Https, perchè da gennaio i siti non ne potranno più fare a meno

Pochi giorni fa google ha ufficialmente comunicato che a partire da gennaio 2017 il browser chrome, usato dal 72% dei navigatori (qui le statistiche), mostrerà un’etichetta “sito non sicuro” accanto ai siti che non utilizzano il protocollo https.

L’obiettivo principale di Google è quello di rendere più sicuro il trasferimento di dati personali attraverso form di invio dati, per esempio nelle form di accesso ad e-commerce o nelle form che richiedono l’inserimento di password o dati di carta di credito. Questa tendenza è inoltre accompagnata dal recente inserimento del protocollo https tra i fattori di ranking di Google: ovvero, la connessione sicura https è ora anche un fattore di posizionamento. Google ha infatti dichiarato ufficialmente:

“Gran parte del nostro lavoro è assicurarsi che i siti web siano sicuri. Per questi motivi stiamo iniziando ad utilizzare HTTPS come un segnale di ranking, perché vorremmo incoraggiare tutti i proprietari di siti a passare da HTTP a HTTPS, per fare in modo che tutti sul web siano sicuri”

Ben presto quindi ci attendiamo che tutti i siti useranno il protocollo https, al punto che la tecnologia http diventerà presto obsoleta. Sicuramente l’inserimento del protocollo https come fattore di posizionamento sarà determinante: Google ci dice che se i nostri competitor potrebbero avere un vantaggio competitivo rispetto a noi, se non ci attiviamo per disporre anche noi di questo vantaggio.

Attraverso il protocollo https i dati viaggiano criptati, grazie al Transport Layer Security (TLS) o dal suo predecessore, Secure Sockets Layer (SSL), e quindi non possono essere intercettati o manomessi. Questa tecnologia è già applicata dalla maggior parte dei siti, tuttavia l’etichetta che applicherà Chrome sarà un elemento importante per aumentare la consapevolezza della sua importanza: i siti non in https saranno percepiti come non affidabili, e quindi saranno interessati da una maggior frequenza di rimbalzo (navigazione di una sola pagina, senza altre interazioni). Ci aspettiamo quindi che in poco tempo l’https possa diventare uno standard, anche per i siti sui quali non viaggiano informazioni sensibili.

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Categoria
News
Autore
Bruno Barbieri